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Digitale, l’Italia nel gruppo di testa in Europa

Presso la Commissione trasporti di Montecitorio, si è svolta l’audizione del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao

  • Gli obiettivi per l'Italia del 2026;
  • L'importanza della collaborazione e delle competenze;
  • Le linee programmatiche del dicastero.
 

L’obiettivo del governo è quello di trasformare questo periodo di preoccupazione in un'occasione di trasformazione, restituendo fiducia ai nostri cittadini.

L'Italia del 2026

Questo percorso deve essere guidato da obiettivi chiari. Il Digital Compass, recentemente approvato dall’Unione Europea, ha come data simbolo il 2030. Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), l’Italia ha la possibilità di puntare ad essere ancora più ambiziosa, proponendo un traguardo a 5 anni. L’Italia del 2026 dovrà essere nel gruppo di testa in Europa, seguendo 5 obiettivi:

  1. Diffondere l’identità digitale, assicurando che venga utilizzata dal 70% della popolazione, più del doppio rispetto a oggi;
  2. Colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione che sia digitalmente abile;
  3. Portare circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud;
  4. Raggiungere almeno l’80% dei servizi pubblici erogati online;
  5. Raggiungere, in collaborazione con il Mise, il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga.
Obiettivi Italia 2026: Diffondere l’identità digitale, assicurando che venga utilizzata dal 70% della popolazione, più del doppio rispetto a oggi; Colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione che sia digitalmente abile; Portare circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud; Raggiungere almeno l’80% dei servizi pubblici erogati online; Raggiungere, in collaborazione con il Mise, il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga.

L’importanza della collaborazione

Un principio fondamentale per perseguire questa strategia è la cooperazione.

La transizione digitale, in quanto orizzontale, richiede espressamente di coinvolgere tutti gli attori in questo sforzo.

Una cooperazione di tutto l’apparato amministrativo, centrale e territoriale. Il Comitato interministeriale per la transizione digitale nasce proprio con questo scopo: agevolare un metodo di lavoro condiviso tra le strutture di governo coinvolte ad ogni livello, dando alla digitalizzazione della PA una rinnovata attenzione sia politica che amministrativa.

Occorrerà anche la cooperazione di tutte le forze produttive del Paese: le grandi aziende, la piccola e media impresa, gli artigiani, i commercianti, le organizzazioni di categoria e i liberi professionisti. Infine è necessaria una cooperazione su scala europea e atlantica, lavorando insieme nella direzione di una vera autonomia digitale.

Le persone e loro competenze

Il tassello imprescindibile di qualsiasi trasformazione, e soprattutto quella digitale, sono le persone. Se veramente si vuole cambiare marcia dell’innovazione in Italia, bisognerà mobilitare gli investimenti, ma soprattutto investire sul valore creativo e innovativo che deriva da competenze individuali e conoscenze collettive.

"La formazione continua - ha evideziato il Ministro Colao - di occupati e non, la ricerca scientifica all’avanguardia, la sperimentazione e lo studio, sono importanti tanto quanto i piani di investimento. Scuola, università, formazione e libera sperimentazione sono quello che consentirà di liberare il potenziale delle persone e del Paese da qui al 2030".